domenica 13 marzo 2011

molta neve sotto i ponti

Riprendo le redini di questo blog, è stato lasciato in balia della rete per troppo tempo... negli ultimi mesi ricevo solo post sconclusionati inviati automaticamente da server russi e cinesi alla ricerca di un attracco per link "pollografici".

Si dice che passi l'acqua sotto i ponti, ma ormai anche la neve non mi sconvolge più. E' passato oltre un anno e mezzo che ha portanto molti cambiamenti, pratici e di ottica. Probabilmente anche di vocabolario: tutta quest'acqua e neve hanno arruginito un pò il mio vocabolario e il flusso di coscienza non è così fluido come vorrei.

Sono accadute molte cose e ora scrivo da una posizione più alta ma meno stabile di quanto avrei creduto fino a poco tempo fa. Il che mi rende stranamente più sereno di prima ma anche meno capace di fare previsioni.
Le due cose avrebbero fatto a cazzotti tempo fa, ma credo sia il segno dei tempi.

Ieri gironzolavo con il mio mitico motorello tra i sibillini, paesaggi spettacolari.

Non esattamente quello che mi immaginavo quando lanciavo la sfida di capo nord in moto. non sapevo che da li a pochi giorni avrei cambiato lavoro e con lui casa e città...

piuttosto buffo ma è il segno dei tempi, sono come le onde del mare, e noi siamo come surfisti che aspettano l'onda buona... tu la vedi arrivare da lontano, la vedi crescere e poi smorzarsi e continui a scrutare l'orizzonte tenendoti a galla pronto per il prossimo giro. nel frattempo pensi, ragioni, sogni, guardi verso la riva... e improvvisamente vedi l'ombra dell'onda che al tempo stesso attendevi ma non ti aspettavi arrivasse in quel modo e hai una frazione di secondo per decidere di darti una spinta e prenderla al volo: non lasciarti travolgere e fare ciò per cui eri li: cavalcare e fottere.

Per ora appendo al chiodo sia il motorello sia il progetto di moto. Il viaggio ci sarà ma senza moto e verso un altro capo, un pò più a sud.

Qualche foto la continueremo a pubblicare, con le prossime evoluzioni.

venerdì 18 febbraio 2011

scoppia

scoppia la rivoluzione in nord africa
scoppia la coppia quando il lavoro la pressa.
vengono qui in cerca di lavoro, non ce ne è neppure per loro
la fame incattivisce, soprattutto chi non capisce

venerdì 28 agosto 2009

2010 - 10000KM IN MOTO

Anche questa volta sono passati 6 mesi dall'ultima volta... troppe cose accadute, troppe ancora in itinere per mettersi a raccontarle.

Ma intanto fisso qualche idea.
10000KM in moto. Non che siano molti, visto che il piccolo Dylan ha superato brillantementa i 60.000. Però farli tutti di fila senza mettere mai piede a casa fa un certo effetto.
La moto ancora non c'è ma è praticamente deciso marca e modello... almeno che qualche azienda non voglia sponsorizzarmi... l'acquisto verrà fatto in autunno (sperando di cogliere qualche occasione a "KM-ZERO".
L'idea di partenza è in due su una moto, bagagli al minimo e due settimane abbondanti di tempo... per andare dove? In cima all'Europa... all'altro capo del mondo... visto che dobbiamo rimandare Cape Town andiamo a Capo Nord.
Ovviamente non ha senso andare e tornare di corsa perché si rischia di beccare solo la nebbia... e perché talvolta viaggiare è meglio di arrivare.
Quindi gironzoleremo per l'europa del nord... tappe non ben definite a parte una: ovviamente la mitica Aarhus... :)
Qualora vogliate collaborare fatevi vivi.

mercoledì 11 febbraio 2009

ritorna la neve a roma

L'11 febbraio di 2 (dico due) anni fa pubblicavo le foto delle stalattiti in riva al mare e di un salto prodigioso, ad Aarhus.
Dopo due anni, dalla finestra di un ufficio vicino Roma vedo la neve scendere. Un salto prodigioso.
In un miniappartamento di 25metri quadrati arredato ikea iniziavo la mia avventura, il mio primo periodo di convivenza... con me stesso.
In molti mi dicevano "ma chi te lo fa fa", molto di quello che sono ora e ancora più di quello che faccio attualmente dipende da quella "folle" decisione di saltare. Staccarsi dalle proprie radici e buttarsi a capofitto in un mondo completamente diverso.
Ora dopo due anni scrivo sullo stesso blog, ingiustamente dimenticato di ritorno dalla trasferta, seduto sul pavimento (di vero legno) della mia nuova casa, l'incarnazione del sogno pubblicato qualche mese fa.
Avevo promesso di tenervi aggiornati, avevo immaginato le foto e le feste. In realtà l'approccio erasmus è più difficilmente applicabile a Roma, tra lavoro, studio ed innumerevoli inputs.
Ma la casa c'è. I metri quadri sono aumentati a "ben" 35, l'ikea continua a farla da padrona, ma con uno stile decisamente meno "di strada", e lo spazio è con-diviso da diversi mesi insieme ad una straordinaria ragazza conosciuta durante il "salto" di due anni fa.
Le cose da raccontare sarebbermo moltissime ma... sono un pò arrugginito, il flusso di coscienza non riesce a partire come dovrebbe... Temo che ormai il cosiddetto "fenomeno facebook" abbia reso scontato raccontare i propri fatti sulla rete. Meglio, non scontato, ma addirittura necessario: la voce ribelle che prima diceva di scrivere ora dice di non farlo.
O forse sono diventato meno ribelle io? Un anno e mezzo di lavoro mi ha cambiato, mi ha insegnato ad accettare con più serenità i compromessi, e a predispormi maggiormente ad imparare.
Anche per questo la mia "finestra sul mondo" non merita di essere chiusa. E' vero che si rischia di essere esposti a chi è fuori, ma ciò che è fuori è sicuramente così interessante che non è ammissibile privarsene. Vale la pena rischiare.
Eppure avere la consapevolezza che qualsiasi cosa scriviamo/filmiamo/diciamo su internet (ma non solo) potrà essere usata contro di noi spiazza, blocca. E quindi. Si resta sulla riva del fiume incerti sulla strada da seguire.
Di strade ne sono state tentate molte, la maggior parte delle quali finite in disuso e diventate immediatamente starpaglia. Le strade, per rimanere agevolmente percorribili, devono essere solcate continuamente, ma così facendo subiscono un inarrestabile processo di inflazione, antropizzazione, omologazione. Diventano quindi improvvisamente poco interessanti per chi le percorreva alla scoperta della novità.
Non so a che punto sono, non so se sulla riva del fiume a cercare la strada migliore... o ad attendere il cadavere del nemico passare.

il meglio del meglio non è vincere cento battaglie su cento, ma bensì sottomettere il nemico senza combattere
Sono alla finestra, distratti da migliaia di segnali forse non mi vedrete, ma io vi osservo.

venerdì 16 maggio 2008

mai regalo di natale così profetico

sono passati più di 5 mesi dall'ultima volta... il tempo corre, quando non puoi fermarti ad assaporarlo.
non posso dire che sia trascorso invano, non si dovrebbe mai poter dire. ogni esperienza, anche se negativa, porta qualcosa di buono, un bagaglio di informazioni che per quanto ricche non appesantiscono, anzi... forgiano i muscoli per uno o più balzi in avanti.
l'importante, forse, è che questi balzi non siano una fuga... non siano obbligati. ma decisi, pianificati, scelti.

5 mesi fa vivevo un girotondo brillo di corto respiro, pensando solo a vivere quello che c'era senza progetti, ne aspettative.

non facevo progetti per il breve futuro, né pianificavo quello più lontano.

mi sarei fatto grasse risate se mi fosse stato chiesto perché non andavo a convivere. avrei riso, forse imbarazzato, perché quella è la reazione che ci si aspetta da un 25enne italiano.
sarebbe stata probabilmente una provocazione, ma nessuno l'ha fatta.
nessuno italiano almeno, che io mi ricordi. la convivenza è una possibilità nei rapporti interpersonali che non sfiora i miei coetanei, perché viene immaginata come un sogno, o come un incubo. insomma, appartiene alla sfera onirica, nulla di effettivamente reale e possibile.

credo sia possibile, ma non posso e non voglio cantare vittoria prima di essere partito, anzi, dovrò cominciare ad usare il plurale...

adesso una soffitta, in cui per decenni i ricordi vecchi, ormai obsoleti, sono stati accatastati più o meno con metodicità, nell'illusione che fossero importanti... è quasi pronta ad immagazzinarne di nuovi, freschi, ottimisti.
non solo immagazzinarli, ma viverli di nuovo.
è stata presa a picconate, sventrata con martelli pneumatici, colpita a volte con calma metodicità, altre volte con la rabbia della stanchezza e dell'impazienza.
è stata sventrata, svuotata, rimessa a nuovo, lucidata.

è pronta ad accoglierci, ad essere testimone paziente di colazioni, nottate, atti d'amroe e di odio, gioe e dolori... tutto ciò che caratterizza la vita e che la rende così dura eppure così difficile da abbandonare.

ho anticipato un pò i tempi... sarà pronta, abbastanza presto...

martedì 8 gennaio 2008

duemesi_unanno

ebbene si, ne è passato di tempo, di acqua sotto i ponti.
inviti più o meno espliciti a scrivere non sono mancati. non sono scarseggiate nemmeno le cose da raccontare. ma la voglia non c'era. sempre a correre tra una meta e un'altra, senza voler prendersi un momento per assaporare il viaggio.
anche ora non riesco a svuotare la testa, a rilassarmi, a lasciarmi andare.
il 2007 è finito in baldoria, il 2008 iniziato allo stesso modo.
una baldoria cosciente: felicità ed allegria, con moderazione. la stessa sensazione di adesso e che mi accompagna da tempo: serena attenzione.
l'inizio del 2007 è stato in una lavanderia, freddo e secco dentro caldo e umido fuori.
quante cose sono accadute l'anno appena trascorso, un anno tormentato, difficile, bellissimo. me lo sono cercato, mi hanno regalato la bicicletta, ho dovuto reimparare a pedalare.
il 2008 una nuova sfida. coniugare lavoro e studio. finire l'università e crescere professionalmentre. altre sfide, più *allettanti* all'orizzonte. le tengo d'occhio e non le lascerò scappare.
aggiornamente, pensieri, sfoghi, pianti, speranze alla riceca di qualcosa di impossibile, un centro di gravità permanente, un equilibrio meno instabile.

mercoledì 7 novembre 2007

evoluzione

reduce dal ponte, dall'incontro con gli amici erasmus. migliaia di chilomentri negli ultimi giorni. strade scorse, paesi attraversati, luoghi riconosciuti, vissuti, dimenticati.

fatico di nuovo a trovare il mio equilibrio. un'incazzatura di fondo pervade nuovamente le mie giornate, le mie sensazioni. fino a quasi coprirle, soffocarle, in un unico rumore sordo di fondo.

so che cosa non voglio. non so cosa voglio. lo sogno, ma non so renderlo reale. mi dico che ci vuole tempo.
e pazienza.

poi infatti quando cerco un'alternativa mi rendo conto di quanto in realtà non mi possa lamentare. di quanto sia ridicolo il mio affannarsi per cambiare il corso delle cose.
quando potrei semplicemente concentrarmi e vivermi intensamente, investire, in quelle che sto avendo la fortuna di vivere.
è più facile mandare a fanculo tutto che mandare giù. o meglio, era più facile una volta. il peso delle scelte sta cominciando ad essere più che intuibile. presente. quotidianamente.

allora verrebbe di scappare. verrebbe di esplorare nuove strade.
sono i disadattati che fanno così.
voglio continuanre a vivere la vita nella quale sono immerso, senza morire soffocato.
senza però imparare a respirare con le branchie.
o forse si, farmele crescere ed imparare ad usarle. ma senza perdere i polmoni.
un simpatico anfibio.

sto facendo progressi. dopo qualche chilometro, mi sono evoluto.
dalla pera al rospo.