lunedì 17 settembre 2007

popolo di imbecilli

tutto è scaturito da una chiacchierata via msn con Laurina, che ho scoperto scrivere editoriali per un 'famoso' sindacato.
fondamentalmene molto carino, con la giusta dose di ironia, anche se le conclusioni non me le ricordo, probabilmente non c'erano.
mi ha colpito la storia dei piranha (i piragna per capirci) che potrebbero infestare le acque delle località balneari intorno alla capitale in un im-probabile futuro: possibile che già infestino quelle del lago di martignano, nemi, bracciano, castel gandolfo, etc... ma difficilmente il mare. dato che, sono (non metto il condizionale, anche se potrei sbagliarmi) pesci di acqua dolce...
non mi metto qui a disquisire sulla percentuale di ghiacci polari che dovrebbero sciogliersi affiché la concentrazione di NaCl nell'acqua di mare possa essere compatibile con l'equilibrio osmotico dei pesci bla bla bla...
ovviamente di questi giorni vanno di moda i cambiamenti climatici e le prediche del grillo parlante. E si scopre (o si riscopre, ma non c'è mai limite all'indecenza) ancora una volta che la libertà di parola è una enorme sola: siamo quotidianamente rincoglioniti da chiacchiere, il più delle volte sfuggite da grosse ciavatte di incompetenti. e diventa difficile, in questo caos, distinguere qualche voce 'saggia', ammesso che ci sia.
Quindi si finisce per credere che chi esce dal coro sia quello che ha ragione, e la gente gli corre dietro, un pò come al Brian di Nazaret della situazione.
ora sono piuttosto stanco e incazzato, quindi butto giù qualche idea, base di un discorso che potrebbe durare e durerà (sperabilmente) molto...
l'attuale ministro dell'ambiente dovrebbe tornare a fare quello che facevano i suoi avi, il pecoraro.
se ne esce con frasi allarmistiche senza senso, senza rendersi conto di nuocere ai suoi stessi interessi.
come si può sostenere la tesi dell'innalzamento di temperature sia di causa antropica, dicendo che IN ITALIA le temperature sono aumentate di 4volte più velocemente che nel resto del mondo?
Per chi non vuol capire: se il riscaldamento fosse davvero dovuto all'emissione di gas serra (anidride carbonica da macchine, riscaldamenti, industrie; metano dalle flautolenze delle mucche, etc) allora per definizione l'effetto serra è un effetto globale... quindi se fosse dimostrato un effetto così grande nel particolare crollerebbe il castello di carte.
Allora mi chiedo, ma perché dobbiamo sempre ridurre il tutto ad una brutta copia di commedia napoletana, buttarla in caciara, esagerare, finendo poi per apparire ridicoli e perdere di credibilità, non solo noi, ma tutta la questione?
Io sono per un principio di precauzione moderato: nel frattempo che appuriamo la verità, cerchiamo di 'pararci il culo'. Questo non deve voler dire né andare tutti a piedi, né costruire migliaia di "centrali nucolari": nessuna delle due alternative avrebbe seguito, invece quello che ci serve è agire tutti, costruttivamente, in una sola direzione.
Ma questo, in un paese in cui tutti indistintamente, dal primo all'ultimo, ognuno come meglio può, predichiamo bene e razzoliamo male che senso ha riempirsi la bocca di belle parole?
Che senso ha parlare di contenimento delle emissioni di anidride carbonica e di diminuzione della spesa pubblica se poi si usano gli aerei di stato come taxi (anche il volo di linea paghiamo noi, ma non ci possono portare parenti e amanti, forse)?
Che senso ha la patente a punti, l'inasprimento delle pene, se ad uno (Rom) che investe e ammazza 4 (quattro) persone vengono concessi gli arresti 'domiciliari'?
Che senso ha che abbiamo decine di migliaia di detenuti che si ingozzano a scrocco nelle carceri senza muovere un dito, e il primo che parla di lavori forza viene zittito come leghista/fascista?
L'elenco delle domande senza risposta potrebbe durare a lungo. Ma oggi, dopo aver lavorato 12ore davanti ad un computer, guidato per altre 2 (per quanto evito di pensarci, sennò mi deprimo), mi sa che mi metto nelle condizioni di studiare un pò per la tesi.
Se siete arrivati fin qui, un pò di poesia - a modo mio - ve la meritate:



Vi/Mi/Ci auguro di avere la forza di cambiare ciò che possiamo, l'umiltà di accettare ciò che non possiamo, e la saggezza di comprendere sempre la differenza.

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